venerdì 13 luglio 2012

G8 Genova. Maxi processo, cinque condanne definitive, cinque quelle annullate con rinvio.

Roma - E' giunto in serata il verdetto finale riguardante il maxiprocesso nei confronti dei dieci manifestanti accusati di "devastazione e saccheggio" per i fatti inerenti al G8 di Genova nel 2001. Pene leggermente ridotte, ma a tutti i manifestanti è stato riconosciuto e confermato il reato.

Cinque condanne annullate con rinvio per ulteriori analisi, altre cinque le condanne definitive, di cui due confermate (sei anni e sei mesi, e dieci anni) e tre con sconto di pena, che oscillerebbe tra i nove e i dodici mesi di reclusione, per l'accusa di detenzione di molotov.
Insoddisfazione e amarezza tra gli avvocati, che parlano di "ingiustizia e di una sproporzione abissale delle pene".
L'articolo 285, relativo al reato di "saccheggio e devastazione", rivisitazione dell'articolo 285 c.p. introdotto in piena epoca fascista con il Codice Rocco, è tema di discussione portato avanti da "10 x 100 anni di carcere", campagna a sostegno dei 10 manifestanti, per via dell'ambiguità "nel definire in che cosa consista, in termini sia qualitativi che quantitativi, la devastazione e il saccheggio". 
Margherita HackAscanio CelestiniErri De Luca sono solo alcune delle trentamila firme ottenute dallo scorso due giugno. L'obiettivo è quello di mostrare solidarietà e supporto nei confronti di dieci persone che stanno fungendo da capro espiatorio per colpire tutti i manifestanti che nel luglio di undici anni fa, manifestarono il loro dissenso durante il G8 a Genova.
Ma il sostituto procuratore della Cassazione, 
Pietro Gaeta, durante la requisitoria che questa mattina ha preceduto la sentenza, ha affermato che "il danneggiamento è fine a se stesso, la devastazione invece dimostra una contrapposizione radicale e assoluta, non negoziabile, con la quale si mette in forse la stessa possibilità di esistere dell'ordine civile. Dove c'è devastazione, non ci può essere altra manifestazione di pensiero".

Ad una settimana dalla 
sentenza Diaz, rivolta ai funzionari di polizia accusati di calunnia e falso aggravato, le cui relative pene confermate sono solo residui di quelle originarie, forse non è poi così illecito parlare, anche solo in generale, di sproporzioni.

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