domenica 11 settembre 2011

Alicante - Liverpool - Alicante

Essendo arrivato da poco ad Alicante, le prime uscite, diurne e notturne, lasciano spazio ad un improbabile sesto senso, ma soprattutto alla casualità. Si esce, si gira e si cerca di cogliere l'attimo.


Ieri sera andiamo alla ricerca di un (secondo) posto per mangiare delle tapas. Mentre stiamo per sederci ad un tavolo di Lizarran (http://www.lizarran.com/), il suono coordinato di alcuni rullanti richiama la nostra attenzione. Poco distante da dove ci troviamo, nel piazzale antistante alla Cattedrale di San Nicola di Bari, sono in corso i festeggiamenti di un matrimonio ("boda") appena celebrato.  Ore: 22:30.

Gli invitati indossano abiti tradizionali, e già questo rende l'atmosfera caratteristica. A far sì che l'evento diventi ancora più particolare si aggiunge la presenza di una coppia di "pupazzi" alti più di quattro metri, anch'essi vestiti nel medesimo modo e che simboleggiano i due sposi. 

Incuriosito, chiedo ad un signore sulla cinquantina di spiegarmi il motivo di quella cerimonia inconsueta (almeno dal mio punto di vista), così vengo a sapere che i novelli sposi appartengono a dei gruppi di ballo tradizionale, e quindi gli abiti e i pupazzi servono a rafforzare il senso di appartenenza al popolo e alle sue tradizioni, appunto. 

Boda_Particolare: Tradizione e attualità

Invitati in abiti tradizionali

Cattedrale San Nicola di Bari_Particolare

Sposa


     I pupazzi, sorretti da persone posizionate al loro interno, seguivano la processione con a capo la coppia di sposi 


Una damigella?





Dopo aver gustato le tapas (buone, ma se non volete spendere quasi dieci Euro per cinque tapas e un bicchiere di birra, beh, allora non andate da Lizarran), facciamo un giro per il barrio e via, giù per la Explanada, tra bancarelle etniche, souvenir (molto spesso pacchiani) e artisti di strada.

Ancora una volta l'udito ci fa da guida. Poco più in là, attraversando la strada, ci ritroviamo sul porto, dove fuori da un pub a ridosso del mare, una tribute band dei Beatles intrattiene clienti, turisti e passanti per la maggior parte ignari del concerto.

The Liverpool Band ( https://www.facebook.com/THELIVERPOOLBAND?sk=info), quattro ragazzi della provincia di Alicante che hanno assimilato lo stile dei Beatles e da diversi anni lo ripropongono con entusiasmo, passione e consapevolezza della loro tecnica. Tra di loro, si chiamano, per rendere lo spettacolo ancora più suggestivo, con gli stessi nomi dei quattro di Liverpool.

L'atmosfera è molto intima, poche luci soffuse circondano il palco, mentre delle piccole candele segnalano la presenza dei tavolini del locale.

Arriviamo sul posto a concerto già iniziato, ma si capisce che la scaletta ripercorre i brani più noti di una delle band più influenti della storia della musica pop e rock.

"Get back", "Don't let me down", "Lady Madonna", "Penny Lane", "Michelle", "Yesterday", "Let it be" (durante l'esecuzione di questi ultimi due brani si aggiunge alla voce un amico della band, un ragazzo biondino dai capelli mossi; nonostante le capacità canore, i suoi vocalizzi ricordano più le esibizioni da "Talent show", dove è più importante risultare commerciali e orecchiabili che cantare in maniera attinente, tenendo in considerazione il contesto storico del brano); e poi "Here comes the sun", "With a little help from my friend", fino al commovente incipit di "Hey Jude", brano che, escludendo i bis ("iOtra! iOtra!"), chiude la serata con la presentazione dei componenti del gruppo e i ringraziamenti, tra gli applausi convinti di un pubblico soddisfatto, emozionato e per nulla stanco (nonostante ci fossero molti signori e signore Under 60, probabilmente tutti nostalgici della giovinezza ormai sbiadita - per fortuna, esiste quella interiore, a volte immortale).

Hey, Jude, don't make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her into your heart
Then you can start to make it better 








Tutti a casa, con le note in testa e altri bei ricordi in tasca.

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